sabato 3 giugno 2017

Perché credo nello Spirito Santo (pur senza vederlo) - Meditazione a Pentecoste

Il vangelo parla dello Spirito Santo attribuendogli soprattutto due caratteristiche: 1. “Egli vi ricorderà tutta la verità” (Gv 16,13), altrove dice: “Egli vi insegnerà ogni cosa”, Gv 14,26, sarà il vostro suggeritore - Paraclito, e 2. “A chi rimettete i peccati, sono rimessi; a chi li ritenete sono ritenuti” (Gv 20,23).
Ora se Gesù avesse detto: Lo Spirito Santo vi farà amare, io sarei tentato di non crederci, perché amare possono farlo tutti. Gesù stesso ha detto che i padri, pur essendo cattivi, sanno dare cose buone ai figli. È una cosa naturale, fatte salve complicazioni psichiatriche, che però in quanto tali, sono per l’appunto deformazioni della natura materna e paterna.
Se Gesù avesse detto: Con lo Spirito Santo farete miracoli, io sarei tentato di ricordarmi dei discepoli dei farisei che facevano miracoli, e di tutti quei miracoli attribuiti a guaritori e santoni in Oriente, che piegano (?) le forze della natura fino a modificarla. E anche del diavolo, che pure lui di miracoli se ne intende.
Se Gesù avesse detto: Attraverso lo Spirito Santo sarete istantaneamente persone rette e buone, beh, stavolta mi sarei proprio messo a ridere, e avrei detto a Gesù: «Ma di’ un po’, non ti è bastata la croce?».
Mosaico nella Stazione Ottaviano - Metro A - Roma

Invece Gesù ha detto: Lo Spirito vi farà ricordare e perdonare, cioè vi farà fare una cosa totalmente innaturale e irragionevole (la ragionevolezza è l’arma di satana) come è perdonare coloro che ci hanno fatto del male.
Riconosco che questo non sta nel potere della natura – la quale appunto, dicono gli evoluzionisti, non perdona –, non sta nella magia né bianca né nera, perché non sono interessate a rapporti di questo tipo, e non sta neppure nella morale, ma la supera e la scavalca da ogni lato.
Perdonare è il gesto divino per eccellenza, che noi non abbiamo in dotazione di serie, ma che riceviamo se ci apriamo al Risorto: allora lo Spirito è davvero creatore di vita, perché ci fa nascere di nuovo, ci fa rinascere differenti.
Imparare a comprendere l’altro (non è forse questo il dono che scopre la folla multietnica il giorno di Pentecoste mentre ascolta gli apostoli, Galilei, e ognuno comprende nella propria lingua?), cioè a prenderlo totalmente, a prendere anche il suo peccato, a non fare finta di niente (è la funzione del ricordo), come spesso, in maniera totalmente sprovveduta, si dice davanti a chi mi fa del male.

Ecco perché credo nello Spirito Santo (pur senza vederlo).

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