sabato 6 maggio 2017

La vita cristiana come attraversamento di una soglia.
Dove si passa?
Magritte "La porta"

Se ci si fa caso ogni cosa che facciamo possiamo esprimerla come un passaggio: dall’infanzia all’adolescenza alla maturità alla vecchiaia, dalla salute alla malattia e ritorno, dalla scuola al lavoro, dalla casa dei genitori a una nuova famiglia. Ogni cambiamento richiede un passaggio, un attraversamento di una soglia, fisica e metaforica.
Attraverso quale porta passiamo nel fare questi attraversamenti?
Foto Renato Patat

Cosa significa dunque, in questo senso, che Gesù è la porta attraverso la quale si accede alla vita, ai pascoli buoni, all’ovile?
È un’immagine difficile da interpretare per noi troppo razionalisti. Ma se Gesù è il passaggio di accesso, forse ciò significa semplicemente che ogni nostra scelta deve passare attraverso il suo crogiolo, attraverso il suo filtro, quasi a distillarsi per eliminare le scorie, e noi stessi dobbiamo “scremarci” passando attraverso il “suo esempio”, le “sue orme”.
Se pensiamo e viviamo essendo misura a noi stessi, non facendoci prendere le misure (per passare attraverso una porta bisogna prenderle! Pensiamo alla porta della Basilica della Natività a Betlemme) da Qualcun altro, la nostra vita può diventare totalmente autoreferenziale, e quindi vuota, priva di vita, di fecondità, di sostanza.
Se capirò che la somiglianza con Dio non posso rubarla, ma posso acquistarla solo “passando attraverso” Gesù Cristo, imparando ogni giorno a essere creatura, a essere figlio, a essere fratello, allora troverò la vita. Se capirò di essere conosciuto, amato, voluto, chiamato già in anticipo a partecipare alla vita di Dio, di cos’altro ho bisogno?
Foto Marco Serra

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