lunedì 13 febbraio 2017
Nessuno, Signore!
Cerco ogni giorno di spietrare
il sagrato del mio cuore
per non cedere alla tentazione
di lapidare qualcuno.
sabato 4 febbraio 2017
Voi siete il sale della terra e la luce del mondo
Il
brano evangelico odierno segue le beatitudini e amplia il discorso
sull'identità del discepolo di Gesù. Il Maestro propone due
analogie utilizzando due dei cinque sensi: il gusto (e dunque la
capacità di dare sapore) e la vista (e dunque la capacità di
illuminare).
Gesù,
maestro in umanità, è attento alla “struttura biologica”
dell'uomo, perchè essa parla, se noi la sappiamo ascoltare...
Il
sale insaporisce e
conserva gli alimenti, fa parte di quelle scoperte che hanno portato
l'uomo a uscire dalla caverna e a civilizzarsi. Egli non
semplicemente mangia
il cibo, ma lo conserva, lo cucina, lo insaporisce.
Il
cristiano è colui che nel mondo ha (o dovrebbe avere, visto che Gesù
paventa la tragica alternativa di perdere la propria funzione) il
compito di dare gusto e conservare la vita della terra quasi
trapassando in essa. E non quindi di disgustare e disperdere ciò che
di buono e di bello c'è già. È un pizzichino, quanto basta (q.b.),
non è tutto lui, non fa tutto lui, ma ha la capacità intrinseca di
esaltare l'esistente, se preso in dosi moderate.
La
luce serve a illuminare,
a far vedere gli altri, a far sì che gli uomini, pur lontani, diano
gloria a Dio per ciò che vedono nel discepolo di Gesù. Perciò non
può essere nascosta.
Tuttavia:
il sale richiama l'invisibilità, la luce la visibilità. Entrambe
sono caratteristiche da esercitare con discernimento. Ma il fine è
unico: il discepolo deve amare questa terra, perchè in essa, nei
segni visibili e invisibili si manifesta la novità delle
Beatitudini, la novità del Regno che “è in mezzo a voi”.
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