martedì 24 aprile 2018

La morte di Alfie e un pasticcio inglese


Gentile professoressa Marzano.
Mi spiace dover controbattere alle sue argomentazioni (cliccare), non ne ho le capacità. E tuttavia vorrei soltanto ricordarle alcune cose: tra poco sarà concessa a Gino Bartali la cittadinanza onoraria postuma di Israele per il suo contributo a favore degli ebrei durante la seconda Guerra Mondiale. Sa cosa fece? Trasportò documenti che davano una nuova identità a molti ebrei, permettendo loro di salvarsi la vita. E sa che lo Yad Vashem (non molto tenero con la Chiesa cattolica) lo definì “giusto tra le nazioni” con la seguente motivazione: «Cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa».
Lei mi dirà: Ma Alfie non rischia la vita per una persecuzione. In parte è vero, ma mi consenta di dire che se un tribunale esautora i genitori della facoltà di decidere cosa è bene per il proprio figlio, qui siamo a un passo (o forse ci siamo già caduti con ambo i piedi) da una concezione statalista che vede lo Stato al di sopra della volontà dei singoli in una materia che attiene alla libertà fondamentale dell’individuo (quella di essere curato se malato o handicappato). Metta lei i termini esatti e citi lei gli studiosi ad hoc di filosofia del diritto, i quali certamente hanno scritto volumoni su queste cose.

Lei dice che "è assurdo che un governo in carica per l’ordinaria amministrazione auspichi l’immediato trasferimento in Italia".
A me pare che la vita sia sempre questione di ordinaria amministrazione, e che se c’è un ospedale di altissimo livello che da ai genitori non una speranza di guarigione, ma una possibilità ulteriore di cura (in senso ampio, ovviamente: la Enoc non è una stupida e non illude nessuno) per il loro bambino, mi spiega perché questo non può essere fatto?
La legge italiana che lei cita salvaguardia sempre la volontà del paziente o del suo tutore, quindi mi sembra che in questo caso sia proprio a favore dei genitori di Alfie.
Io sono anni luce lontano da Giorgia Meloni, dalla sua visione politica e sociale, ma in questo caso le dico grazie se la cittadinanza italiana di Alfie è stata merito suo. Così come ero e sono lontano anni luce dai Radicali, ma riconosco e ringrazio Pannella e i suoi per quello che hanno fatto per la situazione dei carcerati in Italia: più di qualunque forza politica, cattolici compresi.
Io, per dire, sono a favore dello Ius soli, ma cosa c’entra in questa situazione?
Lei confonde il ruolo del Parlamento con quello del Governo.
No, mi sembra che questo suo articolo faccia acqua da tutte le parti.
Forse ad Alfie resterà poco da vivere, forse la scienza medica farà passi da gigante, chi lo sa? Fino a qualche decennio fa, per dire, si moriva facilmente a causa delle infezioni batteriche.


Ma lo Stato (un tribunale che lo rappresenta) può davvero staccare la spina a un suo cittadino vivo, seppure gravemente malato? Valutato tutto il valutabile, lo Stato può fare questo?

Nel suo articolo lei dice che certo modo di pensare sta impedendo in molte nazioni di parlare di eutanasia e suicidio assistito? È di questo che voleva parlare anche nel caso di Alfie? Vuole che gli si pratichi l’omicidio assistito?

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