Gentile
professoressa Marzano.
Mi
spiace dover controbattere alle sue argomentazioni (cliccare), non ne ho le
capacità. E tuttavia vorrei soltanto ricordarle alcune cose: tra
poco sarà concessa a Gino Bartali la cittadinanza onoraria postuma
di Israele per il suo contributo a favore degli ebrei durante la
seconda Guerra Mondiale. Sa cosa fece? Trasportò documenti che
davano una nuova identità a molti ebrei, permettendo loro di salvarsi la vita. E sa che lo Yad Vashem (non molto tenero con la Chiesa
cattolica) lo definì “giusto tra le nazioni” con la seguente
motivazione: «Cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca
in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono
stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’arcivescovo della
città cardinale Elia Angelo Dalla Costa».
Lei
mi dirà: Ma Alfie non rischia la vita per una persecuzione. In parte
è vero, ma mi consenta di dire che se un tribunale esautora i
genitori della facoltà di decidere cosa è bene per il proprio
figlio, qui siamo a un passo (o forse ci siamo già caduti con ambo i
piedi) da una concezione statalista che vede lo Stato al di sopra
della volontà dei singoli in una materia che attiene alla libertà
fondamentale dell’individuo (quella di essere curato se malato o
handicappato). Metta lei i termini esatti e citi lei gli studiosi ad
hoc di filosofia del diritto, i quali certamente hanno scritto
volumoni su queste cose.
Lei dice che "è assurdo che un governo in carica per l’ordinaria amministrazione auspichi l’immediato trasferimento in Italia".
A
me pare che la vita sia sempre questione di ordinaria
amministrazione, e che se c’è un ospedale di altissimo livello che
da ai genitori non una speranza di guarigione, ma una possibilità
ulteriore di cura (in senso ampio, ovviamente: la Enoc non è una
stupida e non illude nessuno) per il loro bambino, mi spiega perché
questo non può essere fatto?
La
legge italiana che lei cita salvaguardia sempre la volontà del
paziente o del suo tutore, quindi mi sembra che in questo caso sia
proprio a favore dei genitori di Alfie.
Io
sono anni luce lontano da Giorgia Meloni, dalla sua visione politica
e sociale, ma in questo caso le dico grazie se la cittadinanza
italiana di Alfie è stata merito suo. Così come ero e sono lontano
anni luce dai Radicali, ma riconosco e ringrazio Pannella e i suoi
per quello che hanno fatto per la situazione dei carcerati in Italia:
più di qualunque forza politica, cattolici compresi.
Io,
per dire, sono a favore dello Ius soli, ma cosa c’entra in questa
situazione?
Lei
confonde il ruolo del Parlamento con quello del Governo.
No,
mi sembra che questo suo articolo faccia acqua da tutte le parti.
Forse
ad Alfie resterà poco da vivere, forse la scienza medica farà passi
da gigante, chi lo sa? Fino a qualche decennio fa, per dire, si
moriva facilmente a causa delle infezioni batteriche.
Ma lo Stato (un tribunale che lo rappresenta) può davvero staccare la spina a un suo cittadino vivo, seppure gravemente malato? Valutato tutto il valutabile, lo Stato può fare questo?
Nel suo articolo lei dice che certo modo di pensare sta impedendo in molte nazioni di parlare di eutanasia e suicidio assistito? È di questo che voleva parlare anche nel caso di Alfie? Vuole che gli si pratichi l’omicidio assistito?
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