mercoledì 12 giugno 2019

Distinguere l'utile dall'affascinante. Contromanuale Ikea

Mi sorprende sempre trovare affermazioni folgoranti per la loro apparente ovvietà. Oggi è il turno di Cristina Campo, nel suo libro Gli imperdonabili: «Nessuna cosa che non possa leggersi in molti modi può affascinare per più di un tempo assai breve».
In effetti a pensarci bene è così per qualunque cosa sia viva.
Quand’è che una persona ci risulta affascinante? Quando non è a senso unico, quando non la si può incasellare in una definizione, quando la sua personalità ha mille sfaccettature, quando ci sorprende con un pensiero o un’azione sempre nuova.
Perché le Sacre Scritture affascinano il credente ed egli non si stanca mai di riprenderle continuamente? Proprio perché possono leggersi in molti modi. Non è difficile capirlo. Il libretto delle istruzioni del forno a microonde non è affascinante. Al massimo può essere utile. Ma una volta che ne conosciamo il funzionamento, esso non ci serve più.
Il foglietto illustrativo del montaggio della scrivania comprata da Ikea ha vita breve: dura finché non abbiamo eseguito perfettamente i passaggi degli incastri dei vari pezzi e non abbiamo avvitato l’ultimo bullone. Dopodiché finisce automaticamente nella pattumiera della carta. E certo anche nel suo breve spazio di esistenza non ha esercitato nessun fascino sul lettore: è stato semplicemente utile a uno scopo, quello di assemblare la nostra nuova scrivania.
Non è così invece per la parola delle Scritture, come per la liturgia: i suoi molti significati, le sue aperture su un mondo altro perché non immediatamente fruibile, la sua ricchezza e ampiezza di interpretazioni affascinano chi vi si avvicina.
Le Scritture non sono “utili” al modo di un libretto delle istruzioni: esse aprono sentieri, indicano vie, mettono tarli nella mente, stimolano a pensare, ci confrontano con la realtà. Non ci danno istruzioni, ma dipingono paesaggi.
Sono seduto a tavola con due persone che mi fanno domande sulla Bibbia, sulla Chiesa, sulla Messa: «Ma la Chiesa ha cambiato il senso delle parole della Bibbia, tale cosa non è scritta da nessuna parte, bisognerebbe trovare la vera Scrittura, ma perché andare a Messa?»... Davanti a questioni simili penso proprio che molta gente vorrebbe che la Scrittura fosse come un manuale di istruzioni: utile, preciso, adatto allo scopo prefisso.
E invece trova racconti, parabole, affermazioni discordanti, tutto e il contrario di tutto. Trova la realtà, insomma, ma vorrebbe il libretto per montare la scrivania di Ikea.
E allora penso a quanto ancora abbiamo da fare per mostrare, additare a chi ci ascolta, in un’omelia d’occasione, nella liturgia festiva, in una chiacchierata al bar, in un dialogo a cena, che di Dio non esistono libretti di istruzioni, ma semmai che è necessario un incontro, un coinvolgimento, che può partire soltanto dall’abbandonare la ricerca dell’utile e dell’immediato per me, per aprirmi allo stupore dell’impensato, del non conosciuto, persino dell’insperato. Di qualcosa, insomma, che non posso costruirmi io con le mie mani, come una scrivania Ikea.
Scambiare l’utile per l’affascinante è la grande trappola di ogni tempo, ma soprattutto del nostro.

3 commenti:

  1. Grazie gran bella riflessione, nella scrittura si trova l'utile e l'affascinante, nella vita quello che affascina e innamora può diventare anche utile e ogni volta che la Parola ti rapisce poi serve anche alla vita. Buona continuazione!

    RispondiElimina
  2. Si, cosa verissima: le scritture ci aprono ad un mondo "altro", ma solo nella misura in cui siamo disponibili e aperti verso questo mondo, in ogni situazione, gioiosa o dolorosa, con gratitudine e stupore sempre nuovi. Abbiamo davvero tanto da lavorare, se vogliamo che altri, per mezzo Suo e nostro, accolgano di poter "vedere"... Grazie!

    "Ma un concetto sfumato è davvero un concetto? Una fotografia sfocata è davvero il ritratto di una persona? E'sempre possibile sostituire vantaggiosamente un'immagine sfocata con una nitida? Spesso non è proprio l'immagine sfocata ciò di cui abbiamo bisogno?"
    (Ludwig Wittgenstein, Ricerche Filosofiche, 71)

    RispondiElimina