giovedì 26 gennaio 2017

L'ennesimo impatto tra la pioggia ed il fuoco

Foto Gabriele Espis
C'è uno svuotamento della propria vita che può diventare perdizione, che può portare ad annullarsi, come la pioggia spegne il fuoco. Il passo è breve se non c'è chiara comprensione di cosa significhi svuotarsi, o meglio essere svuotato.
Infatti, se non sono pieno di Lui, mi svuoto, succhiato come un limone. C'è un modo di vivere che annientandomi non porta alla redenzione: mortificazione non è sinonimo di lento suicidio!
Ha scritto Madeleine Delbrel che le circostanze della vita “sono i nostri superiori”, volendo indicare tutta quella serie di doveri necessitanti che non ci dà qualcuno, ma gli eventi stessi della giornata, nella quotidianità più banale. Ma anche ai superiori, talvolta, va fatto notare che hanno preso una cantonata, per evitare che la vita del cristiano (la mia vita) sia preda di una ineluttabilità fatalistica e infine pagana.
Solo l'amore consuma bene. Come certe candele, esposte al vento, che si consumano sì, ma in modo irregolare, lasciando gocciolare stalattiti di cera che va così sprecata; che illuminano sì, ma in modo irregolare, a intermittenza, come un neon fastidiosamente guasto.
E ci diciamo: ma io illumino! Mica è colpa mia se c'è vento. Non posso far la fine di quella candela che, messa sotto una campana di vetro per paura dei soffi, si spense poco dopo per mancanza di ossigeno. No, ovvio.
Foto Gabriele Espis
Ma devo andare a quella finestra spalancata o accostata e chiuderla: troppa aria, come troppo poca, fanno spegnere la candela. Il confine è molto sottile, e non tutto nelle nostre possibilità...
Non si tratta di volere garanzie e assicurazioni, bensì di cercare la via giusta nel consumarsi.
Certo non la scegliamo noi: non siamo alla boutique alla moda a scegliere un vestito di gala. Spesso consumarsi è indossare un vestito che non ci siamo cercati, e che forse persino non ci piace.
Tuttavia abbiamo il dovere di esserne consapevoli, per non correre invano, perchè quando saremo pesati non siamo trovati mancanti (vuoti appunto!), perchè esercitiamo quella “ypomoné”, quella vigilanza, attenzione, prudenza che sono virtù tanto lodate nei Vangeli, molto più di altre che sono soltanto accennate, e nemmeno tra le più importanti.
Perché la fiamma resti accesa in attesa del Veniente, e non sia “l'ennesimo impatto tra la pioggia ed il fuoco”.
Torino - Museo Egizio - La pesatura delle anime

1 commento:

  1. Le sue vampe cono vampe di fuoco, una fiamma....Le grandi acque non possono spegnerla, né i fiumi travolgerla...

    RispondiElimina