venerdì 22 settembre 2017

Omelia - 2 Triduo Beata Vergine di Lourdes Gonnosfanadiga

La pagina del Vangelo che oggi ascoltiamo non ci presenta parole o discorsi di Gesù, ma ci mostra cosa egli faceva e a chi si accompagnava.
Gesù ha passato una buona parte del suo ministero pubblico ad andare in giro per città e villaggi: era un predicatore itinerante. Questo suo girovagare doveva essere visto con un certo sospetto, perchè non molto comune in Israele. La serietà di un maestro era data anche dalla sua capacità di radunare attorno a sé dei discepoli che imparassero da lui lo studio della Parola di Dio, ma difficilmente un maestro andava a predicare e annunciare: chi lo faceva era ritenuto un po’ bislacco.
L’evangelista Luca poi ci dice l’oggetto generico della predicazione di Gesù: egli annunciava «la buona notizia del Regno di Dio». Senza specificazioni ulteriori è quello che noi chiamiamo l’evangelo: delle parole e delle azioni che mostravano a chi lo incontrava che Dio vuole bene agli uomini e vuole stare in mezzo a loro. È una sintesi estrema, ma ci aiuta a entrare nella quotidianità di Gesù: Gesù andava in giro e alle persone che incontrava diceva: «Tu hai un Padre, che è anche il mio, e questo Padre ti ama! I tuoi peccati ti sono perdonati, le tue malattie sono guarite, la tua pena è scontata, c’è un posto per te nella casa del Padre».
Similmente mercoledì scorso all’Udienza Generale il papa, rivolgendosi a ciascuno di noi ha detto: «Confida in Dio Creatore, nello Spirito Santo che muove tutto verso il bene, nell’abbraccio di Cristo che attende ogni uomo alla fine della sua esistenza; credi, Lui ti aspetta. Il mondo cammina grazie allo sguardo di tanti uomini che hanno aperto brecce, che hanno costruito ponti, che hanno sognato e creduto; anche quando intorno a sé sentivano parole di derisione.»
Un messaggio semplice, adatto ai poveri e ai semplici, che non chiedeva condizioni previe, che dava più che ricevere, che metteva nella condizione di migliorarsi, di crescere, di convertirsi. Imprimeva fiducia nel cuore degli uomini, perchè si aprissero a Dio.
Questa è una buona notizia: è qualcosa che allarga il cuore, che fa respirare, che provoca gratitudine, che spinge ad agire.
Davanti a questa buona notizia nel corso di questi due millenni molti uomini e donne hanno seguito Gesù.
Poi l’evangelista ci dice qualcosa sui compagni di Gesù. C’erano «i Dodici», un gruppo ormai preciso e ben identificato, e poi delle donne: alcune che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità, come Maria Maddalena, dalla quale erano usciti «sette demoni», e poi anche una donna altolocata, Giovanna, moglie dell’amministratore di Erode, che ritroveremo poi al sepolcro, e Susanna, e molte altre, le quali, afferma Luca, «li servivano con i loro beni».
Ecco la seconda stranezza di Gesù: egli non solo è un predicatore itinerante, ma si attornia di discepoli e di alcune donne, che non sono chiamate discepole, per il semplice fatto che il termine aramaico non esisteva al femminile, ma lo sono nei fatti: servono Gesù e sono testimoni della risurrezione. Come a dire: manca la parola, manca l’etichetta, ma la realtà è questa.
E anche questo è un fatto strano, perchè le donne erano quasi totalmente escluse dall’insegnamento pubblico della Parola di Dio, e quando venivano istruite non lo si faceva mai insieme ai maschi. E poi che queste donne, alcune delle quali sposate, se ne andassero in giro con altri uomini, senza il loro marito... beh, francamente tutto questo era davvero scandaloso: la presenza di donne al seguito di Gesù «poteva far inarcare pii sopraccigli e provocare commenti irriverenti» (J. Meier).
Eppure gli evangelisti, che per altri versi riflettono la mentalità maschilista dell’epoca, non hanno fatto finta di nulla, ma hanno registrato questo fatto.
Ci sono delle donne che seguono Gesù, e che se non hanno l’etichetta di discepola, lo sono nei fatti insieme ai discepoli maschi. E lo sono certamente con una chiamata da parte di Gesù, o quantomeno con l’accettazione positiva della loro sequela.
Perché ci siamo soffermati su questi particolari?
Per cercare di capire in cosa consista la novità e la differenza di Gesù: egli si rivolge a tutti, in modo inclusivo, giovani e vecchi, uomini e donne, poveri e ricchi, umili e potenti. La buona notizia è per tutti, ma non tutti la accolgono.
Ed ecco che arriviamo a Lourdes. Cosa è stato in fondo il caso-Lourdes alla metà del XIX secolo, in un tempo in cui l’industrializzazione mieteva tante vittime tra gli operai e le classi più basse della società, e si preparavano le grandi rivoluzioni che avrebbero allontanato popoli interi dal cristianesimo?
L’annuncio alle estremità della terra civile (Lourdes questa sperduta!) che la buona notizia è per tutti, l’invito a prestare attenzione al Vangelo, a Dio, a Gesù, alla conversione.
Talvolta qualcuno ha la pessima abitudine di presentare i messaggi mariani come annunci di eventi catastrofici. Ma a Lourdes, come altrove, la richiesta di penitenza, di preghiera per i peccatori, di conversione, non tende a generare paura, ma fa esattamente quello che faceva Gesù: dare fiducia e speranza.
C’è speranza anche per te, che sei povero, ignorante, che stai a margini. C’è speranza anche per te, che sei ricco, istruito, che conti nel mondo.
C’è speranza per chiunque si rivolga a Dio con un cuore autentico.
E questo è un bell’annuncio, fatto da una persona bella e gentile, sorridente, che fa provare a Bernadette gioia e l’attira con forza irresistibile, come dichiarerà al Procuratore Imperiale che cerca di farle dire che si è inventata tutto.
Più volte Bernadette, tornando sulle apparizioni, ricorderà che «Aquerò», quella cosa, era bellissima, e quando tenteranno di fare delle immagini, persino la statua che si trova alla Grotta di Massabielle, seguendo le sue indicazioni, al vederle lei esclamerà «Che schifo!», «Quella che io ho visto era molto più bella».
Ma nei suoi ricordi non c’è nulla di sdolcinato, nulla di eccentrico, nulla che attiri l’attenzione a sé, mentre i curiosoni vogliono vedere il suo viso, vogliono strapparle dei pezzi di velo, vogliono farle toccare degli oggetti di devozione, e mentre gli uomini, le guardie, i procuratori, i commissari, i medici, i parroci e i vescovi le fanno interrogatori su interrogatori per provare la sua sincerità.
Statuette della Madonna e oggetti di devozione in un ospedale
Davanti alla buona notizia del Regno di Dio i discepoli e le donne seguono Gesù, lo servono.
Non sono mielose, non sono sentimentali: sono persone concrete, che vedono, sentono, toccano, lavorano, agiscono.
Sono persone che cercano di vivere nella loro vita la bellezza dell’Evangelo, perchè da questa bellezza sono state raggiunte e toccate.
Con pazienza, con semplicità, talvolta con una grazia e una forza inspiegabili.
Gesù annuncia a tutti la bellezza del Regno di Dio, senza muri, senza chiusure, senza limiti, allora agli emarginati dei suoi tempi, noi oggi, suo corpo-Chiesa, agli emarginati dei nostri tempi. L’evangelo è per tutti e per ciascuno, e, oggi Maria ce lo ricorda, buona notizia del Regno di Dio!

Solo questo potrà aprirci a convertirci e a viverlo quotidianamente, e allora anche a testimoniarlo e annunciarlo a chi incontriamo.

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