martedì 5 dicembre 2017

Il lupo dimorerà con l'agnello (senza rinunciare a essere lupo)

Si suol dire, specialmente nei nostri ambienti tolstoiani, che quando il leone giace con l’agnello diventa simile all’agnello; ma questa sarebbe una brutale annessione imperialistica da parte dell’agnello: vale a dire che l’agnello assorbirebbe puramente e semplicemente il leone invece di essere il leone a mangiare l’agnello.
Il vero problema è: – Può il leone giacere con l’agnello e conservare ancora la sua regale ferocia? Ecco il problema in cui la Chiesa si è cimentata, il miracolo che ha compiuto. Questo è ciò che ho chiamato indovinare le nascoste eccentricità della vita […].
Sopravvalutano il Cristianesimo quelli che dicono che ha scoperto la pietà: chiunque potrebbe scoprire la pietà: ognuno infatti l’ha scoperta. Ma scoprire il modo di essere pietosi e anche severi – ciò significa scoprire uno strano bisogno della natura umana: nessuno pretende di essere perdonato per un peccato grosso come se fosse piccolo. Ognuno può dire che noi non siamo né perfettamente miserabili né perfettamente felici; ma trovare fin dove uno può esser miserabile senza rendersi impossibile l’esser felice – questa, in psicologia, sarebbe una scoperta.
Chiunque può dire: «Né essere spavaldi né umiliarsi», e sarebbe un limite; ma il dire: «Qui potete essere spavaldi e qui potete umiliarvi» è una emancipazione. 

(G.K. Chesterton, Ortodossia, Morcelliana, Brescia 2008, 135)


Quando in un rapporto lavorativo si entra in conflitto con il capo (meno con i colleghi), cerchiamo le parole giuste perché abbiamo paura che una parola di troppo, una reazione esagerata possano compromettere irrimediabilmente la nostra carriera, o anche semplicemente procurarci guai di cui non sappiamo né possiamo prevedere l'evoluzione.
Perché non accade lo stesso con le persone che diciamo di amare? Se a guidarci è il nostro ego, se siamo totalmente autocentrati, non guarderemo in faccia nessuno. Se invece è il desiderio di fare comunione, e la paura di perderla (qui, ora, e anche per sempre e definitivamente), allora misureremo le parole.
Ricordo che diavolo viene da dia-ballo: mi metto in mezzo, separo. Dunque egli è colui che separa. Egli è anche menzognero fin dal principio, cioè usa le parole per accusare (È caduto colui che accusava i nostri fratelli giorno e notte, dice l'Apocalisse): usa le parole trasformando le intenzioni, alludendo, instillando dubbi...
Il vostro parlare sia sì sì, no no, il resto viene dal maligno.
Ecco perché la profezia vede il lupo dimorare con l'agnello: al diavolo questo non riuscirà mai!


Nessun commento:

Posta un commento