domenica 31 dicembre 2017

Buon anno 2018

Questo è stato per me un anno di nuovo inizio. A oggi sono proprio 365 giorni che abito nel mio piccolo eremo alle Querce di Mamre. E devo dire che è stato un anno intenso e bello: croce e delizia come sempre vanno a braccetto.
Ma spesso sperimento quel che scrive Emily Dickinson in questa poesia: che l'Himalaya si china fino a me, piccola margherita...
Mi ricordo con stupore e commozione le parole del Salmo 18,36: "Abbassandoti Tu mi fai grande"...  e di tale abbassamento di Dio verso di me gioisco come un piccolo bambino.
E tutto ciò suscita in me anche una immensa gratitudine per il dono di persone che ho nel cuore e che hanno un volto e un nome a me caro.
Sto imparando ogni giorno a dire GRAZIE.
Auguro buon anno ai miei 24 lettori.
L’Himalaya fu visto chinarsi
Giù verso la Margherita
Preso dalla Compassione
Che una tale Bambolina crescesse
Dove Tenda su Tenda – il Suo Universo
Dispiegava Bandiere di Neve

2 commenti:

  1. Messaggio intenso ed essenziale come sempre.
    Poesia di rara delicatezza e fragranza.
    Grazie, don Marco, ed auguri anche a te da parte mia.

    Victoria

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  2. Grazie per queste parole …
    Aiutano a riflettere su questo viaggio “in ribasso “del Dio Altissimo … il creatore che si china sulle sue creature… E’ la buona notizia dell’Incarnazione che non è l’uomo che va a Dio, ma è Dio che viene all’uomo…
    Hanno scritto: “Ci sono individui che cercano di elevare la loro anima come un uomo che salti continuamente a piedi uniti, nella speranza che a forza di saltare sempre più in alto, un giorno, invece di ricadere, riuscirà a salire fino in cielo. Ma mentre è tutto preso da questi tentativi egli non può guardare il cielo. Noi non possiamo fare nemmeno un passo verso il cielo:la direzione verticale ci è preclusa. Ma se guardiamo a lungo il cielo, Dio discende e ci rapisce”.
    Chi può negare che spesso si rischiano di “trasferire” anche nel modo di vivere la fede le dinamiche tipiche della nostra società in cui conta solo l’efficienza, in cui il risultato pare essere solo frutto dei nostri sforzi, dove tutto è prodotto dalle capacità dell’uomo che si fa da sé?
    Il Natale invece viene a ricordarci che tutto è grazia…che niente possiamo donare se prima non lo abbiamo ricevuto…
    C’è una curiosa leggenda natalizia che narra di un umile pastorello che non avendo niente da portare a Gesù Bambino, si reca comunque alla grotta, ponendosi all’ultimo posto della fila dei convenuti, quasi intimorito e nascosto… Maria, dovendo ricevere i doni portati dagli altri pastori e vedendo Giuseppe impegnato in altre occupazioni, però chiama proprio lui e adagia il piccolo bimbo fra le sue braccia …
    Il Natale insomma ci insegna a ricevere… Ce lo ha ricordato anche il prologo di Giovanni: “A quanti lo hanno “RICEVUTO” ha dato il potere di diventare figli di Dio”.
    Non viene chiesto anche nella Messa, dove l’abbassamento di Dio raggiunge il suo culmine e l’Incarnazione si attua ogni volta, questo tipo di accoglienza: “Prendete e mangiatene … prendete e bevetene”… cioè “ricevete”…
    Insomma a Dio ci si avvicina a mani vuote, ben aperte, per “ricevere” il dono … più che per donarlo … come dei mendicanti, a cui viene però concesso di diventare “figli”… ed è allora, appunto, che riconoscenti e stupiti non si può non “sprizzare” di immensa gratitudine!

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