«In
quel tempo un popolo in difficoltà stava per recarsi alle urne.
Venne un uomo, da Milano, il suo nome era Salvini, si era
autoproclamato (d’altronde il suo nome era un segno!) il salvatore
della Patria, colui che avrebbe ristabilito le sorti della
Famiglia, giurando su Dio che avrebbe fatto qualunque
cosa pur di diventare Presidente del Consiglio.
Così
si mostrò ai suoi vivace, con un rosario in mano, e disse: Vi
precedo al seggio, e voi farete cose più grandi di me! Votatemi e
sarete finalmente liberi dai negri, liberi dagli omosessuali, liberi
dai comunisti, liberi dai criminali, e avrete di nuovo forza e
risorgerete anche voi!
Seguitemi,
vi farò diventare una nazione ricca e prospera!».
Ora
io mi domando e dico: ma abbiamo compreso il potere dei segni?
Un
uomo che si presenta sotto le guglie del Duomo di Milano, col rosario
nella mano destra e con la sinistra poggiata sul Vangelo a giurare:
«Mi
impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, a 60 milioni di
italiani, di servirlo con onestà e coraggio, giuro di applicare
davvero la Costituzione italiana, da alcuni ignorata, e giuro di
farlo rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo.
Io lo giuro, giurate insieme a me? [folla: SIIIIII] Grazie! Andiamo a
governare e riprendiamoci questo splendido Paese».
Parole
che contano e che sono oggi così bistrattate: giuramento,
impegno, fedeltà, popolo, costituzione, sacro Vangelo, esplodono
nella piazza milanese.
E
poi questa velata minaccia: Andiamo a riprenderci questo Paese.
Ma
perchè? Il paese nelle mani di chi è? E tu vuoi riprendertelo per
farlo a tua immagine e somiglianza? A me sembra tanto un “A
noi!” 2.0.
Toni
pacati e assertivi con i quali chiede ai presenti di “diventare
testimoni e apostoli di questo cambiamento”: sostituire il
linguaggio politico con quello sacrale è una furbata che deve
avergli suggerito qualche ex prete.
“Italiani
che hanno voglia di certezze”: secondo me ha visto troppi film
con protagonista Winston Churchill.
E
poi quel rosario brandito come segno di rispetto e di attenzione agli
ultimi, ai disabili.
E
poi in Sardegna l’alleanza con il Partito Sardo d’Azione, che
lascerà a casa i Quattro Mori... per carità!
Credo
che non bisognerebbe trascurare la potenza evocativa dei segni.
Non
è un caso che nel dopoguerra, in un paese con un altissimo tasso di
analfabetismo, i simboli dei principali partiti rappresentassero una
croce da una parte e falce e martello dall’altra: simboli
facilmente accessibili anche a chi non sapeva leggere.
E
oggi che sappiamo leggere ma non leggiamo comunque, la storia si
ripete.
Matteo
Salvini conosce bene il suo elettorato, soprattutto al Nord, quel
cattolicesimo diffuso, parrocchie, oratori, squadre sportive,
patronati, cinema e via dicendo, quel cattolicesimo non sempre fatto
di convinzioni, ma spesso di “appartenenza naturale”,
quell’identificarsi coi “valori cristiani” a prescindere, dove
però il rosario al massimo sta appeso allo specchietto retrovisore e
il vangelo lo si regala al nipotino alla prima comunione.
No,
non dovremmo sottovalutare i segni.
Roma 1938 - In onore di Hitler al Foro Italico |
In
altri tempi Pio XI fece chiudere tutte le chiese e spegnere tutte le
campane di Roma, e andò a Castel Gandolfo, quando Hitler fu ospite
di Mussolini e le strade di Roma furono addobbate con la svastica in
onore del Führer e disse: «Tristi cose, molto tristi, e da lontano
e da vicino a noi; molto tristi cose; come il fatto di inalberare a
Roma le insegne di un’altra croce, che non è la Croce di Cristo».
Ieri
è stato peggio, perchè quel rosario e quel vangelo sono quelli
veri.
Ma
usati per altri scopi. Non dimentichiamolo.
Bisognerebbe
che facessimo lo sforzo di non farci abbindolare da chi si presenta
con segni che non lo rappresentano, ma rappresentano la pancia di chi
deve votare.
Ecco,
bisognerebbe non votare di pancia.
Il
problema è che già mi vengono i conati, il mio stomaco non regge, e
sinceramente è molto difficile oggi prendere una decisione.
Una
cosa è certa: non voterò chi usa i miei segni, quei segni tanto
cari e preziosi per me, il vangelo e il rosario, per darsi una
parvenza di cristianesimo e di cattolicesimo, per accreditarsi agli
occhi degli elettori.
Nemmeno io, caro don Marco.
RispondiEliminaTi ringrazio per aver espresso compiutamente con le tue parole anche il mio personale disagio di fronte a questa triste esibizione.
In questi giorni il mio piccolo Francesco mi bombarda con la domanda se andrò a votare e chi sceglierò, credo che il tono usato per l'opzione Lega Nord lo abbia convinto che non sarà proprio la mia scelta!
Articolo e valutazioni monumentali, mi inchino di fronte allo zelo spirituale e non solo tradizionalista.
RispondiEliminaGrazie per questa acuta e illuminante riflessione...
RispondiElimina“Banditore, urlatore, parlatore
Chi la Parola fu, interrogato, tacque;
Logos divino umano infante nacque.
Con la coerenza della sua vita ci parlò,
dal ruvido trono della croce ci salvò,
non assetato di potere, ma ebbro d’amore”.
Dedicato a tutti quei politici di presunta ispirazione cristiana che si presentano come salvatori della patria…
Lo leggeremo su Nuovo Cammino?
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