Accade
che il Comune richieda la disponibilità della Scuola Elementare a
mettere a disposizione alcune aule per attivare corsi di
alfabetizzazione per adulti e migranti nel quadro dei progetti REIS e
SIA: in parole semplici “lo Stato” offre un contributo a famiglie
in difficoltà economica, con l’impegno da parte dei componenti di
attuare alcuni progetti, tra i quali anche quello del soddisfacimento
dell’obbligo formativo – tra l’altro sancito dalla Costituzione
Italiana, questa sconosciuta. Cosa mi pare sacrosanta, perché spinge
all’impegno e ad arginare l’assistenzialismo e il clientelismo.
Accade
che, verificata la possibilità, la Scuola conceda tre aule in
un’area non ristrutturata dell’edificio, che possono facilmente
essere separate dal resto delle aule attraverso tramezzi, con
ingressi separati, bidelleria separata, bagni separati. È giusto e
doveroso non mischiare ambienti frequentati da adulti con ambienti
frequentati da bambini.
Accade
che genitori inferociti protestino contro “i negri, o come li
volete chiamare!” (cliccare per credere). Alla risposta di un consigliere esterrefatto che
dice: “Tutti piangete quando naufragano e muoiono nel Mediterraneo
e ora qui non volete fare nulla”, una donna e madre, immagino (ah,
non esistono più le mamme di un tempo, quelle che parlavano ai loro
figlioli dei “bambini più sfortunati di te, quindi zitto e mangia
la minestra!”), questa donna e madre dica fiera e incacchiata: “Io
non piango! Che se ne rimangano a casa loro!”, che sembra una baionettata della Buonanima: “Me ne
frego!”.
Un’altra,
senza evidentemente conoscere il significato delle parole urli: “Sono
clandestini!! Sono clandestini!!! Sono clandestini!!!!”,
innalzando di volta in volta il tono, come Vivaldi fa nelle Quattro
Stagioni (peccato che la musica sia stridula).
All’ancora
più stravolto consigliere che cerca di ragionare: “Non avranno
nessun contatto!”, un’altra voce si ode: “Tolgono lo spazio ai
nostri bambini per darlo a loro”, (chi era quello che parlava di
“spazio vitale”?), dimenticandosi che il calo demografico a picco
in Sardegna ha liberato tante e tante aule ed edifici scolastici
costruiti tra i ’70 e i ’90, quando si pensava che ci sarebbe
stata un’invasione di cicogne.
E
alla fine un’altra persona prospetta una soluzione abbastanza equa:
“Teneteveli in Comune”. Eh sì, mi pare giusto.
Per
finire, ciliegina sulla torta: “Temiamo per i nostri figli. Sono
persone fuori di testa!” (ma il problema non era che erano adulti
in prossimità di bambini?).
Accade
questo nell’anno del Signore 2017 a Villacidro.
Persone
che oltre che portare i figli a scuola (sperando che restino separati
dai negri!) li portano anche a catechismo e a Messa, in
maggioranza...
Ora
alcune brevi considerazioni. Primo: Spesso le lezioni agli adulti si
fanno alla sera (le cosiddette scuole serali). Non so se è questo il
caso, ma si potrebbe pensare...
Secondo:
questo progetto è fatto per villacidresi e non (che altrimenti, per
usufruire dei redditi sociali dovranno andare ad assolvere l’obbligo
formativo in altri paesi).
I migranti residenti nel Comune di Villacidro sono 84, su oltre 14000 abitanti: di cosa stiamo parlando?
I migranti residenti nel Comune di Villacidro sono 84, su oltre 14000 abitanti: di cosa stiamo parlando?
Terzo
(e per me più importante): l’unica cosa di cui dobbiamo avere
paura è l’ignoranza. L’ignoranza uccide, soprattutto se è
colpevole. Ora se questi pochi migranti presenti a Villacidro, come
in ogni comune italiano (negri, o come li volete chiamare,
clandestini) andassero a scuola, intanto occuperebbero il tempo in
modo utile per loro e per tutti, poi imparerebbe la nostra lingua, i
nostri costumi, la nostra storia, e forse farebbero meno paura,
perché troveremmo finalmente, noi e loro, il modo di comunicare, di
instaurare relazioni.
Quel
che non si conosce provoca paura. Quindi converrebbe che a scuola, a
scuola di relazioni, ci tornassero anche quei genitori così
imbufaliti. Tristi i loro figli se vengono insegnate loro queste cose
in casa. Poi si lamentano: “Ma mio figlio è egoista! Non mi aiuta
mai in casa”. Sfido io! Per fare i lavori di fatica esistono i
negri, dacché mondo è mondo!
Non
so se si possa fare, ma suggerirei a questi genitori che – se le
lezioni si tenessero negli stessi orari la mattina – provassero a
condividere la merenda con loro, e magari a parlarci, a farsi
raccontare e a raccontare la loro vita.
Grazie don Marco, questa riflessione mi pare riepiloghi ed espliciti in maniera corretta ed esaustiva i termini della questione.
RispondiEliminaCondivido pienamente!
Il discorso non farebbe una grinza se non fossimo da anni oggetto di un'invasione senza controllo. Chiediamoci se queste proteste ci sarebbero state se non stessimo registrando 180.000 sbarchi di irregolari ogni anno. Nello specifico non c'è alcun problema, il caso di Villacidro è inesistente,chiaro, però l'analisi ristretta al particolare, a mio parere, pecca di superficialità, il problema è il senso di rifiuto di una popolazione accogliente per tradizione. Bisogna chiedersi il perché.
RispondiEliminaQui si tratta di un problema locale, che va risolto localmente. Il problema complessivo non è oggetto di questo post e non è neppure la spiegazione della reazione di queste persone, le quali proprio non hanno compreso di cosa si trattava,e mi sembrano davvero superficiali loro.
RispondiEliminaBell'articolo, intelligente, pungente e strappa applausi..... Peccato che anche alcuni preti dimostrino di essere poco accoglienti, giudicano, condannano e cacciano via, senza neanche conoscere le persone. E di loro non si parla.....E' più comodo riferirsi sempre alle persone comuni, che magari sbagliano anche, ma che fanno mille sacrifici per andare avanti. Quanta ipocrisia
RispondiEliminaMondo, io metto sempre la faccia in ciò che dico e faccio. E tu lo sai...
RispondiEliminaSe leggi qualche post fa ho parlato di un vescovo...
Mi aiuti a trovare quel post, non riesco a rintracciarlo
Eliminahttps://maioba2.blogspot.it/2017/05/la-gioia-e-sempre-di-dio-la-tristezza.html?m=1
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