venerdì 16 giugno 2017

"Tolgono lo spazio ai nostri bambini per darlo a loro". Accadde oggi

Accade che il Comune richieda la disponibilità della Scuola Elementare a mettere a disposizione alcune aule per attivare corsi di alfabetizzazione per adulti e migranti nel quadro dei progetti REIS e SIA: in parole semplici “lo Stato” offre un contributo a famiglie in difficoltà economica, con l’impegno da parte dei componenti di attuare alcuni progetti, tra i quali anche quello del soddisfacimento dell’obbligo formativo – tra l’altro sancito dalla Costituzione Italiana, questa sconosciuta. Cosa mi pare sacrosanta, perché spinge all’impegno e ad arginare l’assistenzialismo e il clientelismo. 

Accade che, verificata la possibilità, la Scuola conceda tre aule in un’area non ristrutturata dell’edificio, che possono facilmente essere separate dal resto delle aule attraverso tramezzi, con ingressi separati, bidelleria separata, bagni separati. È giusto e doveroso non mischiare ambienti frequentati da adulti con ambienti frequentati da bambini.
Accade che genitori inferociti protestino contro “i negri, o come li volete chiamare!” (cliccare per credere). Alla risposta di un consigliere esterrefatto che dice: “Tutti piangete quando naufragano e muoiono nel Mediterraneo e ora qui non volete fare nulla”, una donna e madre, immagino (ah, non esistono più le mamme di un tempo, quelle che parlavano ai loro figlioli dei “bambini più sfortunati di te, quindi zitto e mangia la minestra!”), questa donna e madre dica fiera e incacchiata: “Io non piango! Che se ne rimangano a casa loro!”, che sembra una baionettata della Buonanima: “Me ne frego!”.
Un’altra, senza evidentemente conoscere il significato delle parole urli: “Sono clandestini!! Sono clandestini!!! Sono clandestini!!!!”, innalzando di volta in volta il tono, come Vivaldi fa nelle Quattro Stagioni (peccato che la musica sia stridula).
All’ancora più stravolto consigliere che cerca di ragionare: “Non avranno nessun contatto!”, un’altra voce si ode: “Tolgono lo spazio ai nostri bambini per darlo a loro”, (chi era quello che parlava di “spazio vitale”?), dimenticandosi che il calo demografico a picco in Sardegna ha liberato tante e tante aule ed edifici scolastici costruiti tra i ’70 e i ’90, quando si pensava che ci sarebbe stata un’invasione di cicogne.
E alla fine un’altra persona prospetta una soluzione abbastanza equa: “Teneteveli in Comune”. Eh sì, mi pare giusto.
Per finire, ciliegina sulla torta: “Temiamo per i nostri figli. Sono persone fuori di testa!” (ma il problema non era che erano adulti in prossimità di bambini?).
Accade questo nell’anno del Signore 2017 a Villacidro.
Persone che oltre che portare i figli a scuola (sperando che restino separati dai negri!) li portano anche a catechismo e a Messa, in maggioranza...

Ora alcune brevi considerazioni. Primo: Spesso le lezioni agli adulti si fanno alla sera (le cosiddette scuole serali). Non so se è questo il caso, ma si potrebbe pensare...
Secondo: questo progetto è fatto per villacidresi e non (che altrimenti, per usufruire dei redditi sociali dovranno andare ad assolvere l’obbligo formativo in altri paesi).
I migranti residenti nel Comune di Villacidro sono 84, su oltre 14000 abitanti: di cosa stiamo parlando?
Terzo (e per me più importante): l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è l’ignoranza. L’ignoranza uccide, soprattutto se è colpevole. Ora se questi pochi migranti presenti a Villacidro, come in ogni comune italiano (negri, o come li volete chiamare, clandestini) andassero a scuola, intanto occuperebbero il tempo in modo utile per loro e per tutti, poi imparerebbe la nostra lingua, i nostri costumi, la nostra storia, e forse farebbero meno paura, perché troveremmo finalmente, noi e loro, il modo di comunicare, di instaurare relazioni.
Quel che non si conosce provoca paura. Quindi converrebbe che a scuola, a scuola di relazioni, ci tornassero anche quei genitori così imbufaliti. Tristi i loro figli se vengono insegnate loro queste cose in casa. Poi si lamentano: “Ma mio figlio è egoista! Non mi aiuta mai in casa”. Sfido io! Per fare i lavori di fatica esistono i negri, dacché mondo è mondo!
Non so se si possa fare, ma suggerirei a questi genitori che – se le lezioni si tenessero negli stessi orari la mattina – provassero a condividere la merenda con loro, e magari a parlarci, a farsi raccontare e a raccontare la loro vita.

Scoprirebbero di essere persone anche loro. Infatti, che i migranti lo siano lo sapevamo già.

7 commenti:

  1. Grazie don Marco, questa riflessione mi pare riepiloghi ed espliciti in maniera corretta ed esaustiva i termini della questione.
    Condivido pienamente!

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  2. Il discorso non farebbe una grinza se non fossimo da anni oggetto di un'invasione senza controllo. Chiediamoci se queste proteste ci sarebbero state se non stessimo registrando 180.000 sbarchi di irregolari ogni anno. Nello specifico non c'è alcun problema, il caso di Villacidro è inesistente,chiaro, però l'analisi ristretta al particolare, a mio parere, pecca di superficialità, il problema è il senso di rifiuto di una popolazione accogliente per tradizione. Bisogna chiedersi il perché.

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  3. Qui si tratta di un problema locale, che va risolto localmente. Il problema complessivo non è oggetto di questo post e non è neppure la spiegazione della reazione di queste persone, le quali proprio non hanno compreso di cosa si trattava,e mi sembrano davvero superficiali loro.

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  4. Bell'articolo, intelligente, pungente e strappa applausi..... Peccato che anche alcuni preti dimostrino di essere poco accoglienti, giudicano, condannano e cacciano via, senza neanche conoscere le persone. E di loro non si parla.....E' più comodo riferirsi sempre alle persone comuni, che magari sbagliano anche, ma che fanno mille sacrifici per andare avanti. Quanta ipocrisia

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  5. Mondo, io metto sempre la faccia in ciò che dico e faccio. E tu lo sai...
    Se leggi qualche post fa ho parlato di un vescovo...

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    1. Mi aiuti a trovare quel post, non riesco a rintracciarlo

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  6. https://maioba2.blogspot.it/2017/05/la-gioia-e-sempre-di-dio-la-tristezza.html?m=1

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