Quando
ero un bambino trascorrevo circa un mese tra luglio e agosto a
Marceddì, il nostro villaggio di pescatori. Trent’anni fa durante
l’estate il paese si riempiva di famiglie dei pescatori e non solo,
e di tanti bambini.
Ricordo
che mi appassionava leggere il nome delle barche. Sapete che i
pescatori dànno un nome alla loro imbarcazione, un nome di buon
auspicio, come “Dio mi salvi”, oppure il nome della propria
amata, o di una figlia, o della mamma: “Marinella”, “Margherita”,
“Simona”, “Ada”. Sempre un nome di donna, perchè le barche
son femmine.
Oggi
ho partecipato, dopo alcuni anni, alla festa della Madonna di Bonaria
e questo ricordo mi è tornato prepotentemente alla memoria.
Perché?
Ho pensato che i pescatori conoscono le insidie del mare, la sua
difficoltà, il pericolo. E cosa desiderano più di tutto? Ritornare
a casa sani e salvi.
Sì,
queste sono le due coordinate di ogni uomo e di ogni donna: una casa
e la salvezza. Sono iscritte nel cuore dell’uomo. Vengono fuori con
dolcezza e con totale naturalezza: davanti alle situazioni
pericolose, tutti cerchiamo di essere coraggiosi, ma allo stesso
tempo vogliamo tornare sani e salvi al luogo in cui sappiamo di
essere accolti e amati, alla/e persona/e che ci ama/no e che amiamo.
Questo
desiderio così grande, iscritto nel cuore dell’uomo, è il
desiderio di una casa e di una salvezza che durino sempre, che siano
veramente stabili.
In
certi momenti, momenti carichi di pienezza e di bellezza, desidero
che questa casa e questa salvezza possa trovarla presto anche io. La
vita è bella, per quanto difficile e pericolosa.
La
vita con Dio è bella in modo inimmaginabile anche per la più
fervida fantasia: una casa, la salvezza, l’amore. Un tesoro che non
si corrompe, non si perde, non marcisce.
Talvolta mi pervade questo desiderio struggente, pur nelle mie contraddizioni e nella mia povertà umana: amare
ed essere perfettamente riamato, senza alcuna traccia di egoismo, di
negatività, di quel male terribile che si chiama egocentrismo.
Amare
tutto e tutti, essere amato completamente, fin nella fibra più
nascosta e segreta: e scoprire che questa assoluta novità è un ritorno, ritorno alla casa del Padre, nella quale siamo attesi da sempre, nella quale Gesù è andato a prepararci un posto, che è pronto per noi fin dalla fondazione del mondo.
Facci ritornare a te Signore, e noi ritorneremo! (Lam 5,21)
Pensieri belli. Sono i nostri anche se non li esprimiamo. Chi ha avuto la fortuna di avere un'infanzia felice, sogna di ritrovarla nei suoi momenti più belli e spera che l'arrivo nei luoghi di Dio abbiano la stessa bellezza con le stesse emozioni.
RispondiEliminaMa per chi non ha avuto felicità neppure infantile, non esistono ricordi belli da ritrovare. Forse neanche sogni. Per loro dovrà essere una splendida sorpresa l'arrivo nella Terra del Signore. Ne hanno il diritto.