venerdì 31 marzo 2017

DIO AMA NASCONDENDOSI - Quarantore a Collinas

Dal Vangelo secondo Giovanni
1Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. 3I suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va’ nella Giudea, perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu compi. 4Nessuno infatti, se vuole essere riconosciuto pubblicamente, agisce di nascosto. Se fai queste cose, manifesta te stesso al mondo!». 5Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. 6Gesù allora disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto. 7Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive. 8Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto». 9Dopo aver detto queste cose, restò nella Galilea.
10Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. 11I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: «Dov’è quel tale?». 12E la folla, sottovoce, faceva un gran parlare di lui. Alcuni infatti dicevano: «È buono!». Altri invece dicevano: «No, inganna la gente!». 13Nessuno però parlava di lui in pubblico, per paura dei Giudei.
14Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. 15I Giudei ne erano meravigliati e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?». 16Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. 17Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. 18Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia. 19Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?». 20Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?». 21Disse loro Gesù: «Un’opera sola ho compiuto, e tutti ne siete meravigliati. 22Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione – non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi – e voi circoncidete un uomo anche di sabato. 23Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo? 24Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giusto giudizio!».
25Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. 31Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».



DIO AMA NASCONDENDOSI

Il brano del vangelo che leggiamo oggi segue immediatamente la moltiplicazione dei pani e le affermazioni di Gesù sul mangiare la sua carne che scatenano un fuggi fuggi generale: molti suoi discepoli si allontanano, e Gesù fa una domanda forse sconsolata ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?» e sente la risposta che echeggia ancora in ogni nostra eucaristia: «Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e abbiamo riconosciuto che tu sei il santo di Dio».
E si dice nel brano che ascoltiamo oggi che neppure i suoi fratelli credevano in lui! (v. 5).
Particolare di un'opera del Centro Aletti
Che mistero di assoluta insignificanza per Gesù fare dei segni che non vengono capiti non solo dagli estranei, ma neppure dai suoi discepoli, neppure dai suoi fratelli.
Che mistero di piccolezza e di abbassamento l'incarnazione del Figlio di Dio, la sua passione, morte e risurrezione: scambiato per un malfattore.
Quale mistero quello di un Dio sulla bocca di tutti: alcuni dicevano “è buono”, altri “è un imbroglione”. Di un Dio di cui tutti hanno qualcosa da giudicare: ha guarito un uomo di sabato, quindi non rispetta la Legge. Un Messia di cui tutti «Sanno di dov'è» (v. 27)... è troppo ordinario per essere vero.
Un Dio fraintendibile e frainteso. Niente di chiaro e distinto.
Talvolta noi pensiamo così la fede, i sacramenti, la morale: tutto deve tornare, ogni cosa a suo posto. E anche Dio sarebbe intrappolato in questi nostri schemi.
Gesù rompe gli schemi non per il gusto di romperli, non è un anarchico né un rivoluzionario.
Gesù rompe gli schemi perchè con lui irrompe la bontà di Dio nel mondo, egli non porta una sua dottrina speciale, diversa, ma sente di essere mandato dal Padre a donare la vita in pienezza, vuole dare sé stesso, vuole dare guarigione. E tutto questo in un modo così ordinario, che i suoi avversari si spaventano e i suoi amici e fratelli non capiscono! I suoi avversari vogliono soltanto mantenere le cose come stanno, avere sicurezze, esercitare un potere. Si informano su cosa dice la gente, sentono voci, vogliono farlo fuori.
Certe volte penso: ma se in questi momenti Gesù avesse dato una prova eccezionale del suo essere Figlio di Dio, non gli avrebbero creduto tutti senza esitazioni?
Poi ascolto il vangelo, specialmente il vangelo di Giovanni, e mi rendo conto che questa carica di mistero, Gesù l'ha accentuata: vado alla festa? Non vado? Vado di nascosto, poi mi faccio vedere...
Perchè questo è lo stile di Dio: un Dio che si nasconde.
"Pius pellicanus" Particolare di un'opera del Centro Aletti
Un antico inno eucaristico composto da San Tommaso d'Aquino canta così: «In cruce latebat sola deitas, at hic latet simul et humanitas». In croce era velata la tua divinità, ma qui, nell'eucaristia, è velata anche l'umanità.


Noi crediamo alla sua presenza in mezzo a noi attraverso un pezzo di pane e un po' di vino. Dio ama nascondersi, velarsi, rivelarsi.
Non vi sembrino giochi di parole. Il libro della Sapienza che abbiamo letto dice «Non conoscono i misteriosi segreti di Dio». Se noi fossimo stati al loro posto avremmo le stesse idee confuse, se noi fossimo stati suoi discepoli o fratelli saremmo stati increduli, lo avremmo abbandonato. Se fossimo stati giudei o farisei avremmo cercato il modo di ucciderlo.
Che Dio ci salvi dalla presunzione di essere migliori dei nostri padri, migliori degli abitanti di Gerusalemme che non hanno creduto in Gesù, nei segni da lui compiuti!
Perchè poi noi crediamo nel segno dell'eucaristia?
Ma cosa significa credere all'Eucaristia?
Basta affermare quello che ci hanno insegnato al catechismo, che nell'eucaristia il Figlio di Dio è presente in corpo, sangue, anima e divinità?
È una questione di formule? Se così fosse ricadremmo nell'errore dei farisei e rischieremmo di adorare un feticcio.
È vero che ci vogliono le idee chiare sull'eucaristia, ma prima di tutto occorre che l'eucaristia ci colpisca davvero con la sua carica di mistero, col suo essere qualcosa che non possiamo spiegare, capire, comprendere, afferrare...
Tutte le volte che noi proviamo a voler semplificare l'eucaristia, renderla digeribile, renderla comprensibile, accessibile, corriamo il rischio di un grande fraintendimento: di trattarla come le tante cose a cui siamo abituati, un'equazione da semplificare, da scomporre.
Invece l'unico atteggiamento giusto e vero davanti all'eucaristia è l'adorazione, il metterci in ginocchio.
Solo in ginocchio davanti a Lui possiamo accogliere il mistero di un amore che si dona a noi da mangiare, come nutrimento. Amore vero, come ogni amore che è decentrato da sé.
Perchè amare Dio cosa significa se non riconoscere e accogliere un Dio amante? Un Dio che mi nutre, che mi dà vita?
Un Dio che mi vuole soprattutto libero di accoglierlo, non schiavo.
Un Dio che mi aspetta, aspetta i miei tempi, vede le mie cadute e non si spazientisce.
Allora mi rendo conto che non si tratta di avere segni eclatanti e appariscenti, perchè anche se ci fossero probabilmente il mio cuore indurito troverebbe mille scuse.
Si tratta di essere vulnerabili, di non metterci corazze davanti a Lui.
Di lasciarci semplicemente amare... di credere all'amore.
Questa è eucaristia.
Impariamo le formule, conosciamo la dottrina, ma poi accogliamo Lui che si offre a noi.
«Questo linguaggio è duro», l'avevano già avvertito i suoi discepoli...
«Volete andarvene anche voi?», chiede oggi a noi. Ma dove andiamo? Da chi andremo? Tu solo hai parole di vita vera, di vita che riempie i nostri pozzi vuoti, i nostri cuori stanchi.
Tu solo sazi senza mai stufare, perchè non sei come i parlatori, gli urlatori, i fustigatori, i moralisti.

Tu sei un Dio che ama donarsi, e noi facciamo fatica a comprenderlo, perdona la nostra incredulità, e continua a offrirti a noi. Arriverà anche per noi il giorno in cui ci arrenderemo al tuo amore.

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